INCONTRO CON ANDREA BIGIARINI, ARTISTA DIGITALE ED IDEATORE DEL NEM

09/05/2014 908 0 0

Abbiamo incontrato al Vittorio Veneto Film Festival Andrea Bigiarini, visionario videoartista, scrittore, artista digitale. Ideatore del New Era Museum. Filosofo e pensatore coraggioso del fare arte. E gli abbiamo voluto fare alcune domande. Ne avremmo volute fare molte altre, ma le rinviamo ad un prossimo incontro.

Il NEM – New Era Museum è un “museo senza mura” che raccoglie opere di artisti create con semplici apparati mobili (smartphone/tablets), come nasce quest’idea e come vi siete organizzati?
Mi occupo di fotografia mobile da circa 7 anni. Come tutte le passioni e grazie alla rete ho iniziato a stringere amicizie online con altri “visionari” che anche loro stavano sperimentando le possibilità offerte da questa novità: una macchina fotografica ed un vero e proprio computer grafico in tasca. Le amicizie si sono poi rafforzate in gruppi. Prima Flickr, poi Twitter ed infine Facebook. Sono diventati dei veri e propri workshop. Il fatto di essere costantemente in contatto con altri “visionari” ed essere “contaminati” creativamente ogni giorno dalle loro immagini ha fatto si che dei semplici sperimentatori o “App-tisti” (chi processa le sue immagini usando varie applicazioni) si trovassero coinvolti in un vero e proprio movimento artistico, sociale e culturale. Quasi un anno e mezzo fa ho deciso che queste vere e proprie opere digitali dovessero essere raccolte in museo e non in dei semplici blog da appassionati e così è nata l’idea del New Era Museum.

La mission del NEM recita una domanda “La tua immagine ha il potere di migliorare e modificare la realtà?” Ci spieghi meglio questo concetto?
Ci arrivo usando dei semplici termini scientifici mettendo le filosofie da parte.
Quello che chiamiamo realtà è solo un’interpretazione della nostra mente. Costruiamo principalmente la nostra realtà attraverso delle immagini. Immagini legate ad una una lunga catena di simboli e significati spesso subconsci. Questi significati orientano la qualità della nostra realtà. Ultimamente però, siamo inondati da immagini con significati negativi a scapito, appunto, di questa qualità. Visto che abbiamo la possibilità di invertire questa tendenza creando immagini che suscitino sogni piuttosto che incubi usiamola! Il vero artista è chi rende armonico qualcosa che ai suoi occhi appare disarmonico a vantaggio della collettività.  Questa è la mission condivisa da oltre 230 artisti sparsi nel mondo che fanno parte del gruppo del New Era Museum. Questo è ciò che vogliamo raggiungere: migliorare la società usando immagini.

Questo tipo di espressione fotografica creata fondamentalmente con iPhone può definirsi una nuova forma d’arte “popolare”? E quali sviluppi pensi possa avere in futuro?
Il termine IPhoneografia in realtà adesso sta a significare la fotografia mobile su qualsiasi tipo di smartphone e sistema operativo (Android & WinPhone). iPhone ha fatto da apri-pista grazie alle centinaia di applicazioni semi-professionali che subito apparirono per iOS.
Si. La considero una vera e propria arte popolare di adesso come lo fu negli anni ’70 la Pop Art ma a differenza di quest’ultima la componente principale è la connettività. La fotografia mobile è un’arte che “fa accadere”. Una specie di happening costante che si svolge contemporaneamente da qualsiasi punto del globo. Questo per me è un Nuovo Rinascimento in grado di cambiare le carte da un punto di vista culturale ma soprattutto sociale. Se non verrà limitata appunto per queste sue potenzialità il futuro di questa arte popolare potrebbe essere quello di creare una forma parallela e contrastante di cultura. La mediocrità diffusa attraverso i media sarà per loro un boomerang. Non dovranno fare i conti con dei visionari ma con le case produttrici di hardware. Un hardware senza connettività e contenuti non vale niente e per questa ragione saranno proprio loro a “difendere” i visionari e fare in modo che continuino indisturbati a creare. Alla fine sono stati proprio loro a dare gli strumenti per questo Nuovo Rinascimento – “Business is business”
Il gruppo di artisti internazionali del NEM sta collaborando ad un progetto di interazione artistica con l’ensemble musicale Pollock Project che sarà presentato in anteprima a Giugno al MashRome Film Festival di Roma. Ci parli di questa collaborazione?

Lo scorso Aprile durante il Vittorio Veneto Film Festival ho avuto il piacere di conoscere Marco Testoni del Pollock Project. Ambedue tenevamo uno stage davanti ad un pubblico di cinquecento giovani adulti. Il problema era che io non avevo ascoltato il suo intervento e lui il mio in quanto uno di seguito all’altro. Durante una pausa però io Marco, grande visionario, ci siamo messi a parlare di quello che facevamo e da li è nata l’idea: le musiche dei Pollock Project su delle immagini di artisti del New Era Museum create per l’evento.
Trovo estremamente complementare la fusione tra immagini e musica e sono molto curioso di come questa alchimia verrà percepita dal pubblico del MashRome Film Festival.
Quali altri progetti futuri del NEM sono in allestimento?
Molti. La mostra di Kansas City del prossimo Settembre (curata da due artisti d’eccezione, Brett Chenoweth e Gina Costa) aprirà una serie di mostre che il New Era Museum terrà durante il 2015 in varie città del mondo. Da Londra a Verona, da New York a Mosca. Sono previsti anche degli happening filmati ma questi sono Top-Secret per adesso 🙂 .
Il bello di questo movimento? La sua continua espansione verso altre forme di espressione artistica, per esempio la musica, poi la massima disponibilità a qualsiasi innovazione.

Tags: arte, intervista Categories: Arte, Visioni
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