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Marco Ambrosi: Vincere Perdendo

Vincere perdendo è il romanzo di esordio di Marco Ambrosi, edito da Leonida Edizioni. Il romanzo ha già ricevuto una menzione speciale al Premio Rocco Carbone.

Marco ha già alle spalle un’importante carriera musicale con il gruppo dei Nuju, di cui è tra i fondatori, mentre più di recente si è fatto promotore di un felice sodalizio artistico con Massimo Ghiacci (storico bassista dei Modena City Ramblers) dando vita a La Rosta. Nella vita di tutti i giorni Marco è insegnante di italiano e storia ed è impegnato come operatore culturale in diversi progetti.

Mi è stata offerta l’opportunità di sfogliare in anteprima Vincere Perdendo: l’idea che mi sono fatto, leggendo con trasporto questo libro, è quella di un romanzo di formazione, con pennellate sportive, che si presta a diversi livelli di analisi e può quindi essere indirizzato sia ai più giovani che ai meno giovani,  grazie ad uno stile molto asciutto e scorrevole. Ambientato in larga parte a Montalbano Calabro, un piccolo paese (immaginario) in provincia di Vibo Valentia «così poco conosciuto e distante dal mondo che in molti pensano non sia neanche presente nelle carte geografiche», Vincere Perdendo racconta le vicissitudini di Davide e dei suoi amici, quasi tutti studenti delle scuole medie, nel turbinoso biennio degli anni ’92-’93. Davide è all’alba di quella magica stagione che definiamo “adolescenza” e, mentre a Montalbano si sta allestendo per la prima volta una squadra di giovani calciatori, il lettore viene accompagnato a rivivere le speranze, le amicizie e i grandi insegnamenti appresi da questi ragazzi. Si toccano così temi assolutamente universali visto che, pur con le differenze dovute alle esperienze personali di ciascuno, tutti ci siamo ritrovati – a quell’età – a nutrirci delle stesse grandi speranze (per usare un’espressione cara a Dickens).

Il romanzo esordisce con una passeggiata a piedi nel paese natale, che presto si traduce in una passeggiata a ritroso nelle memorie del protagonista, laddove i luoghi più iconici si caricano di valore esistenziale e si sostituiscono alle immagini odierne. Memorie che presto prendono il sopravvento sulla realtà ed aprono – nel segno di cantautori cari al narratore come Eddie Vedder e Bruce Springsteen – lo scorcio su un lungo flusso di ricordi, sostanza predominante del libro. Pian piano emergono le figure di alcuni compaesani, protagonisti della scena cittadina di quel biennio (perlomeno allo sguardo del protagonista Davide): gli amici di sempre Enzo, Tommaso e Francesco detto “Ciccio”, poi il Professore, il Presidente e il Dottore, tre figure fondamentali nella formazione dei ragazzi di Montalbano e non solo. La “Santissima Trinità” (questo il nome con cui  vengono chiamati questi tre personaggi) si fa promotrice della prima “squadretta di paese”, che in quell’annata eccezionale cullerà il sogno di giocare le finali regionali allo stadio San Vito di Cosenza. Sullo sfondo, la cronaca e gli sviluppi politici di quel periodo, come gli attentati a Falcone e Borsellino, lo scandalo Tangentopoli, il trattato di Maastricht: scenari che trovano spazio nel dibattito coinvolto dei protagonisti e che vengono ricostruiti attraverso uno sguardo che offre diversi spunti di riflessione.

Posso affermare di aver apprezzato molto questo libro, innanzitutto per la scrittura molto piacevole e curata, leggera ma mai scontata; in secondo luogo perché ho trovato molti punti di contatto con le mie fantasie di ragazzo, essendo cresciuto anch’io in un paese di provincia, anzi tirando i primi calci ad un pallone proprio in un piccolo parco.

Ho apprezzato anche i riferimenti alla contemporaneità dell’epoca, perchè riescono a dare corpo alla narrazione e aggiungono un ulteriore strato di profondità che deriva dalla lettura del libro. Le vicende narrate mi hanno fatto tornare in mente più di una volta, per la loro carica nostalgica, la pellicola “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore…

Credo sia un romanzo da suggerire a chi sta attraversando una fase di trasformazione, sia in senso strettamente biologico che di sviluppo della propria personalità e coscienza. Per questo mi sento di proporne la lettura, in maniera particolare, ai ragazzi alle prese con il passaggio verso l’età adulta. Ma anche a tutti coloro che hanno vissuto la propria giovinezza negli anni che vanno dalla fine degli anni ’80 e all’inizio dei ’90 : tra le pagine del libro potranno certamente ritrovare i quei sapori e riscoprire quelle passioni che animavano i ragazzi di allora.

 

By Edoardo Nespeca 

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