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Overlook Hotel: l’album a quattro mani che mescola jazz, parole e surrealismo

Una strana coppia potremmo dire. Il disco Overlook hotel scritto a quattro mani da Manuel Santini e Marco Trogi, pubblicato sotto le edizioni musicali Magilla spettacoli, è sicuramente qualcosa di insolito nel cantautorato contemporaneo. Già la copertina ci porta a immaginare mondi fantastici con quel bagliore centrale che sembra essere la traccia di Bianchissimo il precedente disco di Santini che tanto ha entusiasmato i seguaci di Battisti e Panella. E forse è proprio da lì che nasce questa luce. La sorgente che ha generato questi 8 inediti dalle atmosfere retrò, jazz, da club con alcuni guizzi moderni che arrivano quando meno te lo aspetti. Le porte dell’Overlook hotel si aprono con la stupefacente La peperonessa che basterebbe a descrivere l’intento degli autori. Musica accattivante, con un improvviso cambio di tempo per dare spazio a un assolo di sax. Iniziano i giochi folli di parole l’ortografia dell’orto sarebbe tutta da rifare è una di quelle frasi che si incidono nella memoria. Si passa al brano più bello, intimo ed emozionante dell’album: A dire il vero è un pezzo folgorante, con una melodia da brivido e una voce quasi teatrale che dice eccomi qui. Il desiderio di restare in disparte, di essere una piccola parte del tutto viene espresso al meglio nel passaggio meglio goccia che oceano. Un brano denso di emozione e di spessore. Segue Dall’altra parte del mare che è una riflessione sul destino di una nascita, pensando a chi si trova a venire al mondo in paesi poveri e sottosviluppati. Una canzone con un crescendo vertiginoso in cui Manuel fa sentire la voce in tutta la sua potenza.

Arriva poi il divertissement con la goliardica Perché cambiare? In un momento in cui sembra che tutti debbano omologarsi e seguire mode e abitudini, questo brano mette alla berlina i costumi del popolo italiano con un generale che col megafono cerca di addomesticare le masse. La canzone è davvero originale e di grande effetto, richiamando alcuni lavori di Battiato e di Rino Gaetano. Passaggi a livello è un altro dei brani che meritano più ascolti per non perdere il senso delle parole così ricercate e incasellate come in una perfetta combinazione. Qui l’attesa è simboleggia da una sbarra di un passaggio a livello, metafora che vede comunque un fine positivo al passaggio del treno e alla sua apertura. Molto suggestivo anche il video che è stato prodotto per promuovere il brano. Il brano Pescarancio è un mix di originalità e sperimentazione, con un ritmo tribale che fa da fil rouge a giochi di parole primo fra tutti l’incipit prendo dai gelati la quotidianità, galassia artigianale dove l’etimologia galassia è comune al galattosio e quindi al latte con cui si fa il gelato. Anche questo è amore parte con la sola voce di Manuel che in una canzone d’amore (unica di questo album) si mette da parte per far vivere l’altra metà insieme ad un altro uomo, un brano dolcissimo che ha il suo crescendo sul finale. È proprio il finale di questo lavoro che fa restare letteralmente a bocca aperta per la perfetta sincronia di musica e testo de L’incompiuto. Un pezzone si potrebbe dire in cui si fa riferimento alle opere d’arte rimaste non finite volutamente o meno, in un susseguirsi di rimandi dalle pietà di Michelangelo, a Pasolini. Manuel canta vestito di mistero e di memoria perché è affascinato dal non finito.

In conclusione, ci si sente spiazzati e la volontà di riascoltare i brani è lodevole. Un po’ come se entrare in queste stanze dell’Overlook Hotel ci facesse vivere ogni volta esperienze diverse ed intriganti.

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