La recensione ad Ascendant di Andrea Prosperi
Tra le novità più interessanti del panorama musicale c’è il nuovo album di Domenico Quaceci, compositore e pianista che ci aveva già conquistato un paio d’anni fa con Like an Ocean. Quel primo album ha rappresentato un vero e proprio debutto, con elementi di grande maturità artistica che facevano presagire il meglio nel futuro di questo artista. Ora è finalmente arrivato Ascendant, un album che raccoglie al suo interno ben 13 tracce, ognuna delle quali racconta una storia pronta a emozionare coloro che sono all’ascolto. Quaceci è riuscito a cristallizzare un proprio stile personale, che lo rende facilmente riconoscibile già dalle prime note. Il suo stesso modo di comporre rappresenta un viaggio all’interno della musica, in grado di unire caratteristiche del neoclassico con alcuni dei paradigmi tipici delle sonorità più minimaliste.
Ogni brano ha la sua unicità, ma c’è un substrato emotivo che le lega tutte quante, ed è la nostalgia. Ascoltando la musica contenuta in Ascendant ci si rende fin da subito conto di quanto sia importante il richiamo alla nostalgia. Le note messe in ordine dal pianista colpiscono fin nel profondo dell’animo, portandoci a riflettere e a pensare al passato, ai momenti belli e anche a quelli più tristi. Non si tratta di una fuga dal presente, quanto di una solida accettazione di ciò che ormai non è più. La sensazione è che Quaceci si sia addentrato in un terreno dove la musica non è solamente piacere per l’udito, ma un mezzo per esplorare ancora di più cosa si nasconde nella propria anima.
In tal senso assume grande importanza il titolo di questo album, Ascendant, che si rifà a un fenomeno di tipo astronomico, ossia il momento in cui un corpo celeste si sposta dal piano dell’emisfero australe, a Sud, a quello dell’emisfero boreale, a Nord. Tutte le tracce ci portano in un mondo diverso dalla realtà, quello dei ricordi e delle riflessioni intime e personali, dove nessuno può raggiungerci. L’album si apre con Fairytale, un titolo che rispecchia pienamente il contenuto di questo brano. Le note sono disposte per generare un’atmosfera fiabesca e luminosa, in grado di donare allegria a chi sta ascoltando. Probabilmente è la migliore delle scelte per fare da apertura a questo nuovo album.
Proseguendo nell’ascolto si incontrano brani dal ritmo più intenso e vivace, e altri che invece lasciano spazio alla calma e alla riflessione. Spiccano ben due collaborazioni, che impreziosiscono le composizioni di Quaceci.
La prima è con Eliott Tordo, nella traccia Ukiyo-e. Tordo usa uno strumento musicale chiamato erhu, dalle sonorità lontane ed esotiche. La seconda invece è Embrace, con Lina Gervasi, che invece utilizza il theremin, uno strumento che genera il suono attraverso l’elettromagnetismo. Il theremin e il piano si incontrano, in un mescolarsi di note e di sensazioni.
Se ascoltiamo Ascendant come se fosse il racconto di una lunga giornata la chiusura non può che essere un simbolico tramonto, con il brano After Sunset. La traccia chiude l’album in maniera delicata e sognante, accompagnandoci nel ritorno del mondo terreno, lasciando alle spalle la propria personale nostalgia.
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