Dal 21 di novembre al 14 di aprile le opere di un artista peculiare invaderanno le sale del Museo delle Culture in zona Tortona a Milano. Lo stravagante Banksy presenterà i suoi lavori pieni di originalità e satira.
Chiamati dalla curiosità, siamo passati a dare un’occhiata alle sue proposte tematiche.
Il writer di Bristol come sempre mantiene occulta la propria identità.
La sua collezione spazia dagli attacchi d’arte contro gli interventi bellici all’ironia sui comportamenti delle forze dell’ordine.
Banksy si prende gioco di personaggi di spicco (quelli che ora chiameremmo influencer) mantenendo una linea continua tra il ritratto originale e lo sfottò: e così un celebre ritratto di Churchill guadagna una sfolgorante cresta verde, mentre il volto di Zuckerberg prende i panni e il corpo di una bimba di 10 anni.
La critica dello street artist inglese è a 360 gradi ed attacca le multinazionali del fast (o junk) food in una reinterpretazione polemica con il famoso scatto a Kim Phuc in Vietnam che ha fatto la storia della fotografia. La ricostruzione mostra due mascotte di una catena di ristoranti tenere per la mano la notissima immagine della ragazzina nuda disperata che scappava dai proiettili.
Sulla stessa linea, vengono ritratti due soldati armati in missione “umanitaria” dipingere su una parete il simbolo della pace con vernice rossa colante che ovviamente ha la cruda densità del sangue.
La blasfemia incrociata all’accusa al consumismo sono altri due punti cruciali della sua proposta: si vedono dei credenti o discepoli inginocchiati di fronte ad un cartello di saldi in piena venerazione, o dei carrelli vuoti circondati da alcuni cacciatori tribali che li considerano simbolo del pericolo della civilizzazione estrema.
Ma l’emblema del suo curriculum è proprio la raffigurazione della protesta attraverso l’arte: lo studente incappucciato che lancia il mazzo di fiori al posto della molotov, la sua sagoma che porta a spasso la figura del cane di Keith Haring che rappresenta la sua creatività e l’unica creatura capace di difenderlo.
Le opere scelte per questa mostra sono tutti prodotti che Banksy ha già condiviso con la sua tela preferita: la strada.. Graffiti, sculture, guerrilla art rappresentano le sue valvole di comunicazione e sfogo principali.
Per questo Natale il provocatore inglese ha proposto su una parete di una cittadina del sud del Galles un manifesto contro l’inquinamento rappresentando un bambino che assaggia la neve che cade dal cielo. Girando l’angolo si nota però che i fiocchi in realtà non sono altro che cenere proveniente da un cassonetto di immondizia andato in fiamme.
Questo è Banksy: sempre a metà tra il riflessivo ed il polemico.
Francesco Ferri