Metti una sera tarda a Milano, potrebbe essere Natale. Metti due clochard, due clochard di quelli con in fondo una dignità che riconosci solo perchè un po’ scarufati e con bagaglio arronzato appresso. Metti un bimbo, un bimbo dentro un cassonetto che piange a squarciagola. Ed è lì che avviene il miracolo: in una notte di gelo, novelli Maria e Giuseppe, ma anche forse un po’ Magi, Lilli e Annibale trovano piangente e abbandonato il Bimbo. Sì proprio quel Bimbo lì, quello del Presepe, o almeno questo vuol fare intendere il film. Ma il miracolo non è questo. E’ che il Bimbo non lo vedono proprio tutti. Lo vedono i derelitti, loro per primi. Ma anche lì: solo quelli che sono pronti ad accogliere la sua tenerezza, senza domande senza un perché, ubriaconi, poveretti, ma anche farabutti con un’avvisaglia di rimorso. Tutti coloro insomma che, consapevoli o meno, hanno impresso nel cuore la predisposizione alla Carità di cui parlava San Paolo: “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna…”.
Giovanni Bedeschi firma il suo piccolo grande miracolo, Pane dal Cielo, opera prima con un’impagabile Donatella Bartoli nei panni di Lilli, un intenso Sergio Leone in quelli di Annibale. Ed una splendida interpretazione di Paola Pitagora (Ada) che torna al cinema con un personaggio solare giocato con grande autenticità. Gigi Piola disegna un po’ la parte del mattocchio del villaggio, un po’ cantastorie, che apre e chiude con la sua lettura profonda del reale il film. Ed il suo è un dipinto veramente profondo e ficcante.
Il film, che si è confrontato per mesi con il pubblico del volontariato, ha conquistato la sua distribuzione, Emera Film, ed approda in sala con un tour, come ci spiegano gli organizzatori, che parte dal 14 dicembre e arriva a Pasqua: con un ideale omaggio a quei poveri Cristi, agli homeless cui Bedeschi ha voluto dedicare questo film.
Bella la fotografia, bellissimo il quadro che ne viene di Milano, città che oltre alla ferocia e alla freddezza di una Piazza Affari senza scrupoli e dei suoi figli senza valori, nasconde un’anima profonda di altruismo e di attivismo speso a vantaggio dei più poveri.
Assolutamente da vedere.
Barbara Bianchi
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