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La Canapa strumento di ecosostenibilità

L’occasione di oggi è la presentazione a La Feltrinelli di via Appia a Roma del chiacchieratissimo libro Canapa-Una storia incredibile di Matteo Gracis edito da Chinaski Edizioni. Ma, al di là della circostanza puntuale, ci sembrava un atto dovuto parlare anche su queste pagine digitali di questo lavoro che tanto sta facendo parlare di sé in questi giorni.

 Il titolo è tutto un programma: Canapa – Una Storia Incredibile. Ma, attenzione, al di là dell’ovvio che ci può venire in mente leggendo un titolo di questo tipo, il volume nasce con l’intento di porgere al pubblico un nuovo punto di vista sull’utilizzo di questa piantina tanto chiacchierata.

Quello che Gracis, il suo autore, ha voluto fare è analizzare ed esporre le grandi potenzialità di questa pianta in tutti quei processi produttivi dove il suo possibile impiego potrebbe divenire uno degli strumenti per un mondo ecosostenibile.

Nel libro, oltre a sottolineare gli ambiti già esistenti in cui la canapa viene utilizzata – un esempio per tutti la produzione della carta, di alcuni tessuti e ovviamente di alcuni medicamenti – Gracis ci racconta un sogno e una magia: con la canapa, infatti, è possibile creare la cannaplastica, ovvero una materia plastica perfettamente biodegradabile: pensate a giocattoli, imballaggi, bottigliette che si sciolgano come neve al sole e tornino a far parte del ciclo biologico non appena dismesse. Un miracolo non da poco in questo mondo che sta letteralmente affogando nella plastica e nelle sue tossine. E non è finita qui: con la canapa è anche possibile, sicuramente in pochissimi lo sanno, realizzare materiali per l’edilizia interamente ecologici. Pensate ad un mondo di mobili totalmente ecologici!

Qui il messaggio potente e imponente di Gracis: la canapa non è la droga leggera da cui difendersi, piuttosto è  propone quindi la canapa come una alternativa, anzi una soluzione, da tenere in considerazione se davvero si intende porre la salute del pianeta tra le priorità. Di fronte ad un pianeta che sta letteralmente morendo, travolto dai disastri ecologici e dall’inquinamento, Gracis ci mostra l’ovvio: se usciamo dai pregiudizi, potremmo avere fra le mani una sostanza, la cannaplastica, totalmente atossica che è lì da sempre e che basterebbe cogliere come opportunità.

Forse vale la pena chiudere questo pezzo con un virgolettato dell’editore, uscito in questi giorni in occasione del salone del libro: “Chi alla parola canapa pensa immediatamente a una canna accesa in piazzetta non è solo stupido: è in malafede. Gracis lo urlerà forte e chiaro: fatevi un favore, andatelo a sentire”.

Margot Frank