Grandi emozioni al concerto di Burt Bacharach, sabato 11 luglio sera all’Auditorium di Roma. Canzoni bellissime che hanno segnato un’epoca e la storia delle colonne sonore del cinema. Appunto, hanno segnato un’epoca, un’epoca che non c’è più… e ce lo testimonia questo coraggioso ometto di 87 anni che ha ancora la forza e l’energia di stare in scena per due ore e mezza filate. Il pubblico canta con i suoi coristi (molto riduttivo chiamarli così, due donne e un uomo dalla straordinaria black voice), il pubblico canta con loro tutte le canzoni che conosce a memoria e l’emozione cresce brano dopo brano… ma… mi viene sempre da chiedermi (chissà perché)… per un giovane di oggi che non ha più quei parametri di allora e quelle canzoni non le conosce nemmeno lontanamente, che reazione può avere? Vedrà quell’enorme artista soltanto come un vecchietto di 87 anni, gracile e un po’ svociato (qualche sua canzone l’ha cantata anche Burt da solo) che si attarda in scena per ricevere un’ovazione in più dai suoi “vecchi” fans? Temo di sì…
Il giorno prima del Concerto all’Auditorium mi sono recato in una libreria a cercare una biografia di Bacharach, l’addetto al reparto musicale: “Non so neanche chi è!” (sì d’accordo era una libreria di Frascati, ma questa non può considerarsi un’attenuante, e la stessa cosa era successa anni fa in una Feltrinelli in pieno centro a Roma, a proposito di Milly). Meno male che un altro cliente gli dice subito: “Che brutta figura stai facendo: cercatelo su internet e vedrai che le sue canzoni le conosci!”… io, in verità, dubito anche di quello…
“Ma le canta lei?” contrattacca il commesso, “Chi, io?” rispondo incredulo, pensando che si riferisse a me dandomi del lei.
“No lei la cantante… come si scrive?”
“E’ un uomo, ed è un compositore…” ho risposto rassegnato…
“Si scrive Bacharach, con le ‘acca’ dopo le due ‘ci’…” e armeggia col suo cellulare …
Mi viene da fare un paragone con la critica uscita per uno degli ultimi concerti di Marlene, dove il critico è impietoso e, tornando a casa con sua moglie, trova la baby-sitter che ha appena finito di vedere un film della Dietrich in televisione. “Quant’è grande quest’attrice!” dice lei.
“Hai proprio ragione, quanto lo era !!!” risponde lui.
Per Bacharach non si può fare lo stesso ragionamento perché lui ci mette la musica e le voci (ripeto straordinarie) sono quelle dei suoi vocalist… ma la sua camminata per attraversare il palcoscenico, ricorda, stranamente, quella un po’ malferma e insicura di Marlene, che alla fine del suo show, per mantenersi in equilibrio (forse per le troppe bevute fatte dietro le quinte), era costretta a reggersi al sipario, per non cadere…
Te ne vai così, da quell’Auditorium, con questi pensieri nella mente e un po’ di tristezza nel cuore…
…se quell’epoca è finita, e questo è fuori di dubbio, quella che ci si prospetta… quanto triste sarà ???
Senza più quei talenti, senza più quelle storie, senza più … nulla!!!
Burt! God bless you !!!
Roberto Castagnari