In un tempo, il nostro, affogato fra effetti speciali e immagini saturate. In un tempo cioé di emozionalità surfetate e drogate, ogni tanto ci si dimentica del fascino dei colori sbiaditi e della magica bidimensionalità del bianco e nero. Eppure anche questa rete ipercinetica e farraginosa qualche volta ci regala la sosta refrigerante della memoria. E così pullulano i gruppi si Facebook dedicati a raccogliere, da vecchi album di famiglia e scatole polverose, le immagini perdute di città che, nel frattempo, sono mutate e stravolte nei loro lineamenti sostanziali. La realtà è che, consapevoli o meno, tutti noi abbiamo bisogno di radici e di memoria. Ci piace in fondo buttare un occhio al come eravamo, dare un volto e un disegno ai racconti dei padri e dei nonni, cercando di integrare il bianco e nero con il profumo dei cibi e della polvere.
Memorie nostalgiche e preziose che rendono il recupero degli archivi video quanto mai indispensabile. E, mentre molto si è fatto fin’ora per recuperare i grandi capolavori del cinema di ieri e dell’altro ieri, poco si era fatto fin’ora per salvare la memoria a noi più vicina: quella degli archivi di famiglia, ma non solo. Immaginiamo il vasto patrimonio dei primi documentari scientifici, di quelli che oggi hanno perso luce e colore ma soprattutto attualità. Ma sono testimonianza precisa di un’epoca storica, di ricerche e curiosità che hanno disegnato il tempo attuale. Pensiamo anche a tutti quegli archivi dei servizi televisivi di cronaca di ieri e dell’altro ieri ancora su pellicola. Si tratta della nostra storia. Ebbene questo è il lavoro che un operatore visionario e coraggioso ha deciso di affrontare dall’interno. Si tratta di Tarcisio Basso, patron di Running Tv, che, con il progetto Cinema 4.0, grazie al supporto della Regione Veneto, ha deciso di mettere le mani su tutto un mondo di archivi altrimenti destinati al macero. E così ha costruito in quel del padovano un vero e proprio polo del restauro dell’audiovisivo: chilometri di pellicole da salvare e da restituire ai figli e ai nipoti. E attraverso i quali ricordare e riscoprire un’epoca vicina e pericolosamente lontana.
Diciamo che in un prossimo viaggio ci piacerebbe andare a trovarli e annusare da vicino questi archivi. Con una convinzione: anche il cinema storico ha molto da guadagnare da un recupero così attento della memoria collettiva. Intendo dire che un polo di questo tipo ha la possibilità di compiere un lavoro così curioso e attento del patrimonio culturale e audiovisivo di ieri e dell’altro ieri da poter affrontare con sguardo rinnovato anche la riscoperta di alcune pieghe nascoste del cinema storico.