Musica

I Sottomondi de Il Parto delle Nuvole Pesanti

Ci vuole intelligenza per raccontare l’orrore con ironia, profondità e leggerezza. Ci vuole coraggio per andare a scandagliare  senza paura gli errori e gli orrori del nostri tempi. Ci vuole una giusta dose di simpatia per fare tutto questo facendo ballare, ridere, piangere: tutto insieme. È questo il piccolo grande miracolo che ha fatto Il Parto delle Nuvole Pesanti con Sottomondi, un album che va a raccontare i volti e le storie di un’umanità a cui c’è chi si ostina a strappare volto e voce.

E c’è la filastrocca (Niente Ninna per l’uomo Ne’) che parla di razzismo e di fiabe negate ai bimbi di serie B. C’è l’omaggio a Frida Kahlo che ha saputo fare dell’arte uno strumento prezioso di salvezza. C’è poi il razzista che vede un nemico in tutti gli altri fino a scoprire che, in fondo, anche lui è altro per il resto del Mondo. C’è l’omaggio ai bambini ai cui l’infanzia è stata negata e strappata (I bambini di laggiù, con la deliziosa partecipazione alla voce di Lisa Maroni). C’è la frenetica danza di Percorso calabro Zen: alla ricerca dell’amore che non c’è. Ci sono anche le donne che usano il proprio fascino per sedurre abbandonare le vittime della propria spietata bellezza. Ci sono, dall’altra parte, le donne vittime di violenta e mai risolto senso del possesso da parte di uomini primitivi e violenti (Balla balla signorina).  C’è poi la poesia e la tenerezza dello strumentale (Rare Fazioni), un brano rarefatto, in cui il ritmo si ferma per lasciare all’ascoltatore il tempo e lo spazio per immaginare il non detto che si è scolpito dentro l’anima. C’è, infine, e non poteva mancare, Fuori la mafia dentro la musica: un brano scritto per il film Terre di musica – viaggio tra i beni confiscati alla mafia. A ricordare uno dei temi portanti questa band calabro-bolognese – come ama definirsi -, di un progetto artistico che ha da sempre fatto dell’impegno civico fonte di ispirazione e sangue di un ritmo che è prima di tutto dell’anima e di una certa passione per la vita e per la giustizia.

Alla consolle di questo  mix di suoni, tradizioni, ritmi, sapori folk e rock, ma anche di questo mix di straniamento e follia ci sono: Salvatore De Siena (voce, chitarra, tamburelli), Amerigo Sirianni (chitarra elettrica, mandolino), Mimmo Crudo (basso), Antonio Rimedio (tastiera, fisarmonica e fiati), Paolo Presta (fisarmonica e organetto), Enzo Ziparo (chitarra battente e classica), Emanuela Timpano (sax), Manuel Franco (batteria, percussioni).

 

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