GingerNews Musica

È solo un sogno. E inventiamo un mondo che ci faccia ridere

Può una canzone, una musica, un artista riuscire a toccare gli angoli più nascosti di un’anima? Può far vibrare le corde più profonde di una vita?

Può tenerti per mano quando tutto intorno è buio e accompagnarti verso il sole?

Paolo Benvegnù e la sua arte lo hanno fatto.

Chiunque abbia conosciuto un po’ della sua opera di cantautore poeta può confermarlo.

Ascoltarlo significava, e significa, avere uno sguardo speciale sul mondo, un vederlo con occhi intensi e delicati.

La sua musica è cornice di parole profonde, poetiche, intense, che individuano quel dolore a cui non sai dare un nome.

Ed è un invito a sostare su quelle parole, per dar loro quel senso che, in maniera autentica, vogliono esprimere…Perché tutto splende ma noi non lo vediamo, perché siamo velocissimi.

Paolo Benvegnù che, proprio nel 2024, ha vinto la targa Tenco con il suo ultimo album “È inutile parlare d’amore”, in un evento di alcuni fa a Bologna veniva presentato come “Una delle proposte musicali più belle e più ignorate di questi anni. In un altro Paese sarebbe un artista top, in Italia sta fieramente ai margini, amatissimo da una minoranza di intenditori appassionati ma sempre, e a questo punto bisogna dire, orgogliosamente, fuori da qualsiasi giro mainstream”.

E lui era davvero così: c’era, senza far rumore. La sua musica, leale, vera, autentica, arrivava a chi era disposto ad ascoltare davvero.

E ora, come si fa dirgli addio?

E allora resta qui, dicci che “È solo un sogno. E inventiamo un mondo che ci faccia ridere”.

Exit mobile version