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Un mondo in cui la realtà e la magia finiscono per fondersi, in una suggestiva altalena di sentimenti e sensazioni. – Il Ladro di Stelle Cadenti, la recensione

Il Ladro di Stelle Cadenti di Francisco Saia non è un semplice film, e lo possiamo intuire fin dalle prime scene. Ciò a cui ho assistito è un vero e proprio viaggio nell’anima, che il regista ha saputo imprimere sulla pellicola e proiettare direttamente sullo schermo. Siamo di fronte a un racconto delicato che ha come obiettivo quello di ricordarci quanto i nostri desideri possano essere specchi non solo delle nostre speranze, ma anche delle nostre paure e delle nostre fragilità. Il risultato finale è un mondo in cui la realtà e la magia finiscono per fondersi, in una suggestiva altalena di sentimenti e sensazioni.

Camillo “Milo” Favara, interpretato con toccante sensibilità da Jacopo Rampini, è un protagonista caratterizzato appositamente per essere qualcuno in cui chiunque, per un motivo o per un altro, possa riconoscersi. Milo rappresenta per certi versi la purezza tipica di ogni bambino, e lo vediamo quando esprime con il suo animo candido dei desideri che finiscono per realizzarsi, seppur con qualche conseguenza negativa. Ad esempio quando desidera una grande torta al cioccolato la riceve, ma finisce per mangiarne talmente tanta da avere una forte indigestione. I desideri di un bambino diventano ben presto quelli di un adolescente, che finisce per ritrovarsi con il cuore spezzato.

Con questo background Milo arriva all’età adulta con la consapevolezza di quanto i desideri possano essere pericolosi. Si ritrova così nel ruolo di un “ladro di stelle cadenti”, con l’obiettivo di aggiustare i desideri degli alti ed evitare che in qualche modo possano degenerare.

Nonostante la vicenda dai tratti fiabeschi Il Ladro di Stelle Cadenti è qualcosa di ben più complesso e profondo. Le avventure di Milo ci aiutano a prendere coscienza delle nostre stesse fragilità, e porta ogni adulto a riscoprire la bellezza del tentare, del desiderare, di affrontare tentativi e imprese.

Ha un grande peso il personaggio di Betty, interpretata da Clizia Fornasier. Da amore adolescenziale di Milo si trasforma in una donna matura e consapevole, madre di un figlio per cui è pronta a lottare in ogni modo. La sua evoluzione è strutturata come un arco di cambiamento dovuto a ciò che può accadere a chiunque nel corso della propria vita. Il messaggio è che sia la vita stessa a plasmare ognuno di noi, portandoci a crescere e a mutare. Uno dei momenti più intensi del film è senza alcun dubbio l’incontro con Milo, che avviene dopo anni dalla loro infatuazione giovanile. Lo spettatore percepisce fin da subito il grande carico di emozioni sospese, e di quei silenzi che parlano meglio di tante inutili parole.

E a proposito: Il Ladro di Stelle Cadenti non è un film che si esprime solo con le parole. Anzi, è vero il contrario: sia la scenografia che la colonna sonora sono pienamente parte del film, e contribuiscono in maniera fondamentale alla realizzazione di questa atmosfera a metà strada tra l’onirico e il fiabesco. La scelta della preponderanza del giallo e del blu, colori legati per antonomasia alle stelle e alla notte, si è dimostrata davvero vincente e convincente.

Il Ladro di Stelle Cadenti è il film ideale per chi sta cercando non solo una fiaba, ma anche una nuova e differente riflessione poetica della vita.

 

Irene Santopadre

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