Recensione Teatro Visioni

Caravaggio, a rock musical

Gli artisti sanno essere straordinari, quando si spingono oltre il loro abituale territorio, rischiando una perdita di equilibrio, magari un ruzzolone. Ma se restano in piedi di solito il risultato è sorprendente.
Lo conferma “Caravaggio, a rock musical“, per la regia di Fabrizio Rizzolo e Fulvio Crivello, che mette in scena la figura e la storia del pittore milanese, in una trama che si snoda tra immagini dei suoi dipinti e una narrazione in musica contemporanea e appunto, rock, con anche la band sul palco a sottolineare il gioco tra storia e presente.
Uno spettacolo che ha saputo andare oltre il compito di intrattenimento, destando la curiosità verso Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, ben più di quanto a volte riesca a fare un direttore di museo alle prese con una mostra. E qui sta quell’essere straordinari cui accennavo prima: mettere insieme un allestimento che proietti lo spettatore in un’immersione di arti diverse, non è scontato, né semplice.
Ho avuto il piacere di una breve ma intensa chiacchierata con Fabrizio Rizzolo all’indomani del debutto. Ero davvero curiosa di sapere cosa avesse spinto a voler inscenare, in forma di musical theatre, il racconto di uno tra i pittori piú amati e noti e da molti additato come volgare,  violento, addirittura maledetto.
Ne è venuto fuori un racconto entusiasta verso la figura di Caravaggio uomo e artista, della cui triste fine Rizzolo non si dice convinto, alla luce dei molti studi necessari all’allestimento. Ed è evidente, nelle sue parole, un profondo affetto per Michele. Ciononostante, se avrete la fortuna di vederlo voi stessi, noterete che la lucidità di fronte alla storia di un uomo dai tratti borderline, incline alla rissa e a cacciarsi nei guai, non fa sconti. Ma la sua figura, contestualizzata nei fatti dell’epoca, in quella Roma opulenta di arte aulica che raffigura santi ed eroi per la maggior gloria di Dio e oscurantista di un potere assoluto e dissoluto, soprattutto da chi Dio rappresenta, gli concede almeno le attenuanti.
La narrazione in musica e parti recitate segue la vita dell’uomo e del pittore, inquadrandolo a giusto titolo, in questo scenario cupo. Si menziona Beatrice de Cenci, parricida, morta decapitata, per essersi ribellata agli abusi del proprio genitore. Un anno dopo, al termine di un lungo processo per eresia, Giordano Bruno verrà messo al rogo in Campo de’ Fiori. Controriforma, Calvinismo, massoneria sono i contenitori in cui il pittore si muove nella Roma secentesca, dove il coltello e il veleno sono troppo spesso i peacemakers. Sul palco cogliamo il suo chiaro rifiuto dell’ipocrita raffigurazione di madonne e arcangeli e il bisogno di rappresentare quanto lo circonda davvero, fornendo a chi detta le regole piú di un motivo per voler toglierlo di torno, cosí che la sua vita è sempre in bilico.
La scena si sposta velocemente senza pesantezza per i 100 minuti in cui rimaniamo attenti e coinvolti nei sentimenti forti, nei moti di sconforto e rabbia, nei momenti di tenerezza.
Se il teatro musicale ha il pregio di aggiungere il pathos della musica ai racconti, Caravaggio ci riesce appieno alternando sonorità ruvide di rock progressive, a ballate che molto emozionano lo spettatore, grazie a un cast brillante e alle belle e intense voci, sia nel canto che nella recitazione.
Soprattutto è gran merito riuscire a rendere momenti reali di un giorno qualunque alla bottega del pittore, protagonisti i volti popolani che Caravaggio presterà a Madonne e Santi, immortalandoli nelle sue opere senza tradirne mai la vera essenza, anzi esaltandola a dispetto del pensiero bigotto e fasullo. Le liriche e la musica  sottolineano l’irrompere della sua pittura dedicata al reale, sprigionando in quella ricerca di buio e luce con cui raffigura ogni scena, tutta la drammatica intensità che lo renderà immortale.
Prodotto da Golden Ticket e debuttato in Italia alla rassegna di AstiTeatro 46, ci auguriamo di trovarlo presto in tournée in giro per la penisola, per propagare la sua prorompente vitalità musicale e avvicinare in modo nuovo lo sguardo verso l’opera di un artista  e la sua storia.
CARAVAGGIO, A ROCK MUSICAL, 2024.
Produzione GOLDEN TICKET
Regia di Fulvio Crivelli Fabrizio Rizzolo
Musiche Fabrizio Rizzolo Sandro Cuccuini
Arrangiamenti e musiche addizionali
Tony de gruttola e Marco Bestonzo
Movimenti coreografici Fabio Liberti
Coreografie Jacopo Siccardi
Costumi Luisa Wolff
Cast
Jacopo Siccardi             Caravaggio
Marianna Bonansone    Lena
Sebastiano Di Bella       Baglione
Fabrizio Rizzolo            Don Fernando
Isabella Tabarini            Annuccia
Susi Amerio                  Costanza
Anna Maria Crudo
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