La recensione
Un infinito mare carminio, di Adelina Mauro, è un quadro realistico di vita vera e vissuta.
Ragazze, donne, bambine, giovani, anziane; sono tutte protagoniste di un libro che non racconta una storia, ne racconta tante, un mucchietto di realtà che ci porta a fronteggiare i sentimenti più sinceri e onesti che affrontiamo all’interno della nostra vita quotidiana. Racconti che parlano all’anima, con poche pagine per ogni storia, più che sufficienti per giungere direttamente al cuore di chi sa ascoltarle. Un insieme di profondo amore e razionalità che porta dove i sentimenti e la coscienza si fondono, lasciando che i loro intrecci si facciano sempre più vividi con l’avanzare del libro.
I racconti sono serviti con un significativo alone di nostalgia e malinconia, un album di fotografie che continuiamo a sfogliare per ricordare i nomi e le vicende di chi lo popola. Un cupo, ma affascinante, ardore che aiuta a perseguire gli obiettivi; questo è ciò che contraddistingue tutte le creature di Adelina. Figli, più che personaggi, che lottano contro le deboli e dolorose guerre della vita di tutti i giorni, gelo che siamo abituati a conoscere per vite di terzi o per l’esperienza che ci rende tutti simili, ma mai veramente uguali.
La raccolta ci aiuta a cavalcare in un tempo compreso tra il presente, con lo sguardo rivolto alla pandemia e alle difficoltà patite da tutti quelli che hanno visto e sentito il proprio freno tirato durante il cupo periodo di lockdown, e il passato, fatto di ninnoli storici e bambole ritrovate in mercatini dell’usato, che da sole sanno raccontare un’intera storia.
Il tutto è abilmente accompagnato dallo stile di Adelina: fluido, lineare, continuativo che ci guida verso la fine della storia, con il profondo desiderio di leggerne ancora e ancora. Un miscuglio di ritmi lenti e veloci che scandiscono l’andamento del racconto, che definiscono i toni e i modi di lettura e che rappresentano un perfetto elemento che, mischiato con le tematiche, ruba il cuore del lettore e lo scuote per le forti emozioni.
Un insieme di racconti ma anche di modi di vivere, semplici, spontanei e sinceri, dove è impossibile mettere da parte l’empatia ma si può solo consolare il dolore dei personaggi e stringerci a loro, consapevoli che la loro storia, può tranquillamente essere anche nostra.
Michela Del Bosco