La recensione
Negli ultimi giorni ho ascoltato l’album Le Grand Tour – Canti e Incanti dalle Alpi al Mediterraneo dell’Ensemble Sangineto. E poi lo ho riascoltato, per poi ascoltarlo ancora e ancora. Prima di dare un parere tecnico è importante chiarire quanto ciò che davvero conquista di questa raccolta di brani è l’aspetto emotivo. Tutti, chi più chi meno, siamo legati al mondo delle canzoni tradizionali, di cui l’Italia è davvero piena. Ogni regione e ogni località ha i suoi canti popolari, tramandati di generazione in generazione, e che a noi sono arrivati attraverso i nostri nonni e le nostre nonne, che per molti rappresentano i protagonisti dei ricordi più cari. Potrei anche fermarmi qua: bastano queste poche righe per darvi tutti i motivi di cui avete bisogno per ascoltare i nove brani che compongono Le Grand Tour Vol. 1. Al tempo stesso spero vogliate saperne di più, perché il grande impegno profuso dall’Ensemble Sangineto merita un’analisi approfondita. Ciò che salta subito all’occhio, anzi, all’orecchio, è il lavoro di ricerca e composizione svolto prima di incidere l’album. Il trio non si è limitato a cercare i canti popolari più famosi, ma ha selezionato quelle canzoni che possono essere valorizzate al meglio dal loro stile musicale. Inoltre ogni singola traccia non è una imitazione dell’originale, bensì un vero e proprio adattamento, mescolando sia elementi provenienti dalla modernità, sia mescolando dettagli e caratteristiche di altre tradizioni musicali. Gli appassionati riusciranno a riconoscere fin dal primo ascolto alcuni elementi pronti a richiamare il mondo celtico, dalla Scozia all’Irlanda. Sono queste particolarità a rendere Le Grand Tour Vol. 1 un album dal respiro internazionale, un viaggio nelle note che abbraccia non solo le regioni italiane ma anche alcune realtà originatesi oltre le Alpi e lontano dal Mediterraneo. Dell’Ensemble Sangineto apprezzo la capacità di mescolare insieme le tre voci dei componenti, ognuna con la sua unicità, e far coesistere strumenti musicali molto differenti tra di loro. Non possiamo che parlare di varietà, considerando che Jacopo Ventura suona la chitarra e il charango, Caterina Sangineto usa senza distinzione sia i flauti che il salterio ad arco, mentre Adriano Sangineto tiene ben stretta la sua arpa celtica. Proprio per le loro differenze i singoli strumenti sono più o meno protagonisti a seconda del brano, con un ottimo equilibrio che consente all’ascoltatore di apprezzare l’abilità di ognuno dei tre artisti. Nel mio incipit ho detto di aver ascoltato più volte Le Grand Tour Vol. 1. Non si è trattato di un ascolto dettato unicamente dal piacere, ma anche dalla volontà di entrare in maggior sintonia con le note che compongono ogni singola traccia. La sensazione è quella di affrontare un itinerario che ci conduce in diverse regioni italiane, alternando paesaggi diversi tra di loro, ognuno con uno spirito unico e inimitabile. Chiudendo gli occhi si può viaggiare con la fantasia, ma questo album ha una tale potenza espressiva di farci sognare persino a occhi aperti, trasfigurando la realtà in un immaginario che unisce passato e nostalgia. Ora che Le Grand Tour Vol. 1 è disponibile anche in digitale non avete nessuna scusa per non ascoltarlo!