Interviste

Intervista a Patrizia La Fonte: protagonista del film Senza età

In occasione dell’inizio delle riprese del film di Stefano Usardi Senza Età abbiamo voluto fare alcune domande a Patrizia La Fonte, fra le grandi attrici, oltre che regista e drammaturga, del teatro italiano oltre che noto volto del cinema italiano. In questo film Patrizia La Fonte interpreta Anna che, ospite di una casa di cura a Padova, viene travolta dall’arrivo di Pietro il quale, in fuga da alcuni strani individui, simula con lei una familiarità per crearsi un alibi e fuggire. Abbiamo quindi scambiato due parole con Patrizia La Fonte protagonista del film insieme al giovane e promettente Jacopo Garfagnoli nei panni di Pietro: ne abbiamo scoperto piacevolmente un’attrice piena di idee e di energia.

Che cosa ti ha conquistato di questo film, che cosa ti ha colpita dalla lettura della sceneggiatura? 

La storia, che è sospesa in un così delicato equilibrio tra realtà e visione surreale. E il personaggio di Anna, inconsueto, improbabile e magicamente indefinito mi ha immediatamente suscitato il desiderio di allontanarmi da altre esperienze come attrice in altri ruoli per tentare qualcosa di nuovo e lontano dal realismo e da stereotipi di genere. La piena libertà interpretativa lasciatami dal regista Stefano Usardi e la dinamica delle riprese in sequenza durante il viaggio mi hanno molto agevolata. Al regista sono grata per avermi messo in condizione di prendermi la magnifica libertà di ‘essere’ Anna per le tre intense settimane di lavorazione. 

 

Il road movie è un classico del cinema: hai qualche punto di riferimento mentale che ti sta guidando nelle riprese?

I punti di riferimento sono certamente ‘Easy Rider’ e ‘Thelma e Louise’. Ma in ‘Senza età ci sono importanti differenze: il viaggio inizia in modo assolutamente casuale con i due protagonisti che non si sono mai visti prima e lontani fra loro anni luce. Un ragazzo invischiato in storie oltre  il limite della legalità e un’anziana signora bloccata su una sedia a rotelle fuggono insieme, ma ognuno per propri motivi. Nulla fa presagire che fra i due si possa creare un’amicizia complice. Questo porta necessariamente a creare un rapporto inedito e lontano da esempi già visti.

 

Ci dicono che sia un cast e, soprattutto, una troupe soprattutto al femminile: una conquista, in un mondo, quello del cinema, che ha tratti sempre un po’ troppo maschili.

È vero. Dalla produttrice, Caterina Francavilla, ai reparti e al cast. Debbo dire però che mi piacerebbe tanto un mondo del lavoro in cui queste osservazioni non avessero più rilievo e si parlasse solo di ‘persone’ competenti. È da notare però che in un film on the road, indipendente e con costi ridotti, ruoli diversi sono affidati a un’unica persona. Essere allo stesso tempo assistente alla regia e segretaria di edizione, o location e road manager e organizzatrice e delegata di produzione,  o truccatrice,  costumista e scenografa sono lavori che tre uomini forse non sarebbero fare. Tre donne, sì. Grazie all’energia  multitasking tutta femminile di Alessandra Bassi, Nina Bonizzato e Giulia Vismara. Naturalmente senza sottovalutare i meriti di Giampiero Sànzari (musiche e fonico di presa diretta) e Enrico Michieletto (fotografia e aiuto operatore). E parlando di crediti, ci sono da considerare le altre collaborazioni in backstage e post-produzione e gli innumerevoli generosi collaboratori incontrati nei diversi paesi e cittadine attraversate dalla troupe. Ci saranno stupefacenti titoli di coda…

 

La sceneggiatura avrà costretto ad un trucco che ti avrà invecchiata: confrontarsi con la vecchiaia…. Che cosa ti suscita?

La rinuncia alla seduzione e all’avvenenza possono essere una prova spinosa per un’attrice o per un attore. Ma per me le prove difficili sono  benefiche perché stimolano  a superarle e a mettere in gioco nuova creatività. Il trucco che fa appassire viso e mani è stato un mezzo importantissimo per diventare Anna. Quanto a me, lavorando spesso con gente giovane,  la vecchiaia non mi pare di sentirla più di tanto e mi succede spesso di comportarmi come un’adolescente sconsiderata.Se mai un giorno dovessi apparire molto ridicola, chiedo sempre ‘per favore, avvisatemi’… 

 

Il tuo rapporto con il tuo giovane coprotagonista?

Quando io e Jacopo Garfagnoli ci siamo incontrati è stata una vera sorpresa perché  avevamo già lavorato insieme anni fa durante percorsi di formazione. Sul set, in un film come questo, con spostamenti continui e scene spesso complesse, con temperature elevate, location difficili e tempi stretti, ci vuole molta tranquillità, disponibilità e reciproca attenzione. Qualità che ho trovate tutte in Jacopo, e che hanno permesso di creare quella inconsueta complice amicizia che la storia richiede. Apprezzo sempre molto nei colleghi giovani la professionalità unita all’apertura al dialogo e al confronto. Nel cast ho anche piacevolmente incontrato la giovane influencer Raffaella Paleari. 

 

Progetti per il futuro?

Sono curiosa per l’uscita di due progetti a cui ho partecipato, ‘Maria Montessori ‘, film italo-francese diretto da Lèa Todorov in cui interpreto la madre della protagonista, Jasmine Trinca, e il film commedia ‘Quasi orfano’ con Riccardo Scamarcio e Vittoria Puccini diretto da Umberto Carteni. Sto intanto valutando un paio di proposte per dei corti cinematografici. In inverno replicherò ancora in varie città italiane il mio testo teatrale ‘Maturina fantesca, erede di Leonardo da Vinci’. Infine sto lavorando a uno spettacolo tratto da un romanzo breve di Friedrich Dürrenmatt che dovrebbe andare in scena a maggio 2023 a Roma per la regia di Giuseppe Marini. Incrociamo le dita. 

https://it.wikipedia.org/wiki/Patrizia_La_Fonte

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