L’incontro, insieme da altri simili svoltisi l’anno appena trascorso nonché articoli sul libro comparsi su giornali e riviste, hanno messo in luce come Nietzsche si riveli sempre più il profeta della scissione dell’uomo occidentale e del grande bivio di fronte al quale questi è posto. Il bivio tra spirito e intellettualizzazione del mondo che lo frammenta all’infinito. È questa l’alternativa tra ultimo uomo e oltreuomo, la quale più che superamento è appunto bivio. Un bivio che Nietzsche scorge nell’approfondire la costituzione del Sé umano, collegandosi e anticipando ricerche della psicoanalisi e della fenomenologia.
Una prima via dal corpo e dagli istinti conduce all’intelletto e alla volontà come volontà di verità intesa come verità utile alla vita che è però illusione; una seconda via dal corpo conduce a un’altra volontà che è spirito che giunge a una verità superiore, alla verità vera. La prima via è quella della logica e della necessità, la seconda quella dell’intuizione e della libertà. Il mondo della prima via è quello della temporalità infinita e di quell’eterno ritorno che Nietzsche definisce un incubo; la seconda è quella della redenzione dal passato e dal tempo stesso e del ritorno, nell’attimo, all’eternità. La via del primo mondo è quella della morale e del Dio lontano, contrapposto alla vita, quello freddo e della ragione, la seconda via è quella della ascesi e della ricerca di un Dio della vita, Erlebnis, e di una divinizzazione della vita stessa: un Dio che è in noi e che è noi. Nuova intuizione del rapporto tra trascendenza e immanenza, forse, chissà, sulle orme di San Giovanni.
Nietzsche ha combattuto strenuamente tutta la vita un Dio e una Morale esteriori e minacciosamente incombenti sull’uomo, scorgendovi l’origine di ogni nichilismo. Alla morale fuori di noi e al Dio moralizzato, Nietzsche oppone, verso la fine della sua vita, una via interiore ascendente, fondata sul Sé. E dopo aver percorso le terre dell’ultimo uomo che non crede e non vuole più nulla, giunge alla sorgente della “virtù che dona” e, nell’attimo del “Meriggio”, contempla un Divenire che si manifesta come Essere, e un Tempo che viene riassorbito nel “buco luminoso” e “divino” dell’Eterno.
Nietzsche sosta a lungo, oscillando, presso il bivio tra non senso e verità, tra la stanchezza decadente dell’uomo contemporaneo e la spiritualità dell’oltreuomo. Tale meditazione, che porta anche alla luce tanti aspetti “malati” dell’esperienza cristiana, precipita negli ultimi anni, all’epoca de L’Anticristo, in un drammatico confronto tra le figure di Dioniso e Gesù, verso un’apertura in cui la ricerca di Sé come dio schiude alla possibilità della scoperta di un Dio in sé. Attraverso un lungo corpo a corpo con i testi di Nietzsche, questo libro ricostruisce l’itinerario di un pensiero non sistematico ma molto conseguente, intessuto con la storia di un’anima.
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