Uscito in digitale il 14 giugno, il nuovo disco dei Final Step si intitola Disconnections ed è un viaggio nella profondità dell’anima e della propria storia personale, raccontato con l’intimità ed il calore che solo i suoni del Jazz e del Funk sanno creare. Un disco unico, fusion e dalle mille sfaccettature, influenzato in tutti i suoi brani dalle esperienze dei membri del gruppo. Cinque jazzmen che in queste composizioni creano un paesaggio sonoro che, senza confini, si lascia contaminare dai più diversi artisti e situazioni. Disconnections è un album poliedrico e trasversale, che narra dell’avventura lontana del viaggio ma anche della solitudine e della riservatezza di un’esperienza come quella del lockdown dell’anno passato.
Nove brani che sfruttano le risorse di un genere che mostra non soltanto di essere perennemente vitale ma, anzi, di saper prestare le sue risorse a forme musicali nuove e inattese. Suoni di pancia e ricchi di groove si affiancano a composizioni dense di significati e ricordi familiari e personali, accanto ancora a ritratti ambientali così particolareggiati ed accurati da riuscire a trasportare chi ascolta in un universo parallelo, dipinto con maestria dai membri della band capitanata dal frontman Matteo Finali. La stessa title track è un inno alla vita vissuta, disconnessa dalla virtualità social e riunita finalmente con la corposità, con la sostanza della concreta esistenza sulla terra.
Tracce come Ladybug o Leaving For, in cui virtuosismi tecnici ed ispirazioni sonore sono la chiave di volta della produzione, si affiancano a composizioni “geografiche”, come In a Brooklyn store, Sunday Morning Rev o Prickly Pear Jam, pensate a partire dalle suggestioni causate da viaggi più o meno lontani, in cui le culture e le umanità si uniscono. Non mancano tuttavia tracce come quella che apre l’album, Prelude (love ballad). Un componimento che con la sua sonorità riesce ad evocare legami familiari con un nonno che seppur mai conosciuto, ha tracciato per noi il percorso di una vita intera.
Disconnections è un album che fa venire voglia di essere, semplicemente essere. Una raccolta di brani che raccontano della vita senza filtri, in tutti i suoi colori e suoni e ci invita a riappropriarci di essa, lasciando alle nostre spalle le illusioni di un mondo virtuale che non ci appartiene e ci separa sempre di più, da quello che conta davvero. Da quello che ci rende presenti, unici e vivi.
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