Un romanzo di Paolo Patrizi tra teatro d’opera e mistero
E’ uscito per Raffaelli Editore Re Lear si diverte, romanzo di Paolo Patrizi: una storia corale, serratamente dialogata, che trasferisce in forma narrativa l’andamento di arie, duetti, quartetti del teatro d’opera. La vicenda trova infatti la sua ambientazione all’interno del piccolo grande mondo del melodramma e protagonista è un ex baritono che, avendo perso la sua voce per colpa di una banale influenza, si ritrova costretto a cambiare lavoro, trasformandosi in detective privato. Insomma un romanzo d’ambiente e di caratteri, racchiuso nell’involucro di un giallo.
Il titolo – gioco di parole pronunciato da uno dei personaggi – è un incrocio tra King Lear di Shakespeare e Le Roi s’amuse di Hugo: due drammi che si riveleranno come le due polarità del mistero da risolvere e la chiave per la sua risoluzione, fino ad un epilogo che contravviene alle stesse regole del romanzo giallo, mostrando come non sempre “i fatti” corrispondano con la verità.
Acquistabile direttamente sul sito dell’editore Raffaelli, Re Lear si diverte è un romanzo che nasce da una molteplicità di sollecitazioni, rispecchiandosi nel caleidoscopio di arti che esso omaggia: dalla letteratura alla musicologia, passando per il teatro ed il cinema, dando vita ad una storia polifonica che trasporta il lettore in un universo fatto di protagonisti, antagonisti e deuteragonisti che interagiscono tra loro in una narrazione incalzante e ricca di sorprese e colpi di scena. Una trama nella quale lasciarsi trasportare ed immergersi, per scoprire pagina dopo pagina cosa si cela dietro al sipario del mistero.
“L’idea iniziale di questo romanzo parte da lontano. Nel 1999, insieme a Ennio Speranza, diedi vita a quello che allora era il primo sito web di opera lirica in Italia, Opera Online, e ad ogni aggiornamento veniva messo in rete un racconto giallo di ambiente operistico da me scritto. Re Lear si diverte nasce dall’incrocio degli spunti di due tra questi racconti: in uno si parlava di una partitura fantasma, nell’altro un personaggio (lì però solo di contorno) era un investigatore privato che, in precedenza, era stato un celebre cantante lirico. Nel frattempo molta acqua è passata sotto i ponti, e di “gialli operistici” ne è stato scritto più d’uno, ma Re Lear si diverte può vantare un’ideale primogenitura. Questo per l’esattezza storica.
Melomani e giallofili potranno comunque ricavare ciascuno, da questo lavoro, un interesse (o una delusione) differente, come è nella natura dei libri che nascono da una pluralità di sollecitazioni. Tale pluralità si rispecchia pure nel caleidoscopio dei diversi autori – della letteratura, della musicologia, del teatro, del cinema – che il romanzo fuggevolmente omaggia: il lettore potrà trovarvi parafrasi o citazioni, tra gli altri, di Alberto Bevilacqua, Rodolfo Celletti, Augusto De Angelis, Ennio Flaiano, Luigi Lunari, Luciano Salce.
Infine si sottolinea – cosa del tutto ovvia, ma nella sua ovvietà è il caso di notarla – che tutti i personaggi sono frutto di fantasia. Quanti penseranno di potersi riconoscere in questa o quella figura del romanzo andranno oltre le intenzioni dell’autore.”