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Intervista al rocker Claudio Sorrentino: “La musica mi ha salvato”

claudio rocker sorrentino

claudio rocker sorrentino

Dopo l’uscita del videoclip del brano Su questa pelle mia di Claudio ‘Rocker’ Sorrentino – prodotto da Artis Records – che ha segnato il lancio discografico dell’artista scoperto dagli schermi televisivi della Rai nel programma L’Eredità, Gingermag propone adesso un’intervista al cantautore romano con l’ausilio della Dott.ssa Maria Luisa Lafiandra, psicologa e giornalista, per capire l’importanza di musica, parole, cultura e letture per il fenomeno rocker de L’Eredità.

 


Che ruolo ha avuto la musica nella tua vita, Claudio?

 

La musica, per così dire, mi ha salvato. È stata la mia ancora di salvezza e insieme alle parole ha colmato dei vuoti che le vicissitudini della vita avevano creato. È stato l’input per andare avanti, anche come semplice valvola di sfogo nei momenti di difficoltà. Una passione quasi terapeutica, potrei dire. 


Da tempo sono convinta che arte e cultura siano una fonte inesauribile e profonda di beneficio: quanto bene ti fa la musica?

 

Come ti dicevo prima, la musica per me è uno sfogo, un urlo che troppe volte è restato strozzato in gola. La mia splendida famiglia, il lavoro e la vita di tutti i giorni mi hanno portato in un certo momento della vita ad accantonare questa mia passione per concentrarmi su cose più concrete. Dopo una vita di fatiche e di sacrifici è tornata la passione e la voglia e ho rifondato I Brahma, un progetto nato negli anni ‘90 e ripescato dopo una pausa in cui, comunque, non ho mai smesso di scrivere canzoni.

Ci siamo radunati con qualche vecchio amico e abbiamo formato una band – I Brahma – con all’inizio le solite cover e poi pezzi nostri. È stata una liberazione.


E che dire della cultura: tu hai studi non accademici, eppure a L’Eredità hai dimostrato di avere una tua personalissima e profonda cultura. Ti piace leggere, approfondire… Raccontaci questo aspetto.

 

Istruzione, cultura e intelligenza sono aspetti che non sempre convergono… La curiosità, la fantasia e il non essere superficiali, tutti questi aspetti messi assieme sono fondamentali, secondo me, per la crescita personale. Io amo profondamente leggere, ho divorato libri di ogni genere: dai classici per passare ad Herman Hesse fino a Stephen King. Anche L’Eredità fa parte delle mie passioni: sono sempre stato un amante dei quiz televisivi e prima di partecipare come concorrente al programma mi cimentavo dal divano di casa con la mia famiglia. Arrivato ad un certo punto mi è venuta voglia di partecipare, vedendo i concorrenti infatti mi stupivo alle volte di come sbagliassero determinate risposte nonostante i titoli di studio, le lauree, i master.


A questo punto vorrei parlare di cultura, musica e giovani: quanto e come secondo te sa essere importante l’incontro con la bellezza, l’arte e il sapere per i giovani? È un bene che può avere un senso anche oggigiorno nell’era del digitale sfrenato?

 

Assolutamente sì. Se per un attimo ci fermiamo a pensare che oggi ognuno di noi ha quasi tutto il mondo in mano a disposizione e lo si spreca per sciocchezze inutili e alle volte dannose. Come ti dicevo prima sono molto importanti anche curiosità, fantasia e il non essere superficiali. Questi, associati all’insegnamento di un corretto utilizzo del digitale, alla cultura e all’arte sono aspetti essenziali per coltivare le passioni e la persona di ognuno di noi. Sia da grandi che da più piccoli. 


5. C’è un aforisma, una massima che ti rappresenta o ti ha colpito nel tuo personale percorso?

 

Be’ sì, ne ho un paio… Ce n’è uno di Jim Morrison che dice “Se per vivere devi strisciare… Alzati e muori”, oppure “Si impara la scienza non l’intelligenza” dal Siddharta di Herman Hesse. Che è quello che ci dicevamo anche nelle scorse domande. Un altro molto importante e del tutto personale, invece, è “Mai abbassare la testa, mai sottomettersi e combattere sempre per quello in cui si crede”.

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