Il viaggio streaming dei Mr Bricks & The Rubble. Il 2, il 3 e il 4 dicembre prossimo i Mr Bricks & The Rubble approdano fra Italia e Germania sulle piattaforme di United We Stream, United We Stream Milano, Dringeblieben e Rubik Youtube per un evento in esclusiva fra live e backstage. Un evento nuovo e particolare in occasione del quale abbiamo voluto sentire direttamente Dario Mattioni, in arte Mr Bricks, per capire meglio novità, impatto e riflessioni.
Lo streaming entra nella vita della musica di oggi e di domani. La rete ci salva e invade di bit il live! Riusciresti a raccontare il tuo progetto artistico in cinque parole? Come fossero cinque tag
Cinque parole? Direi #revival, #jazzy, #garage, #indie, #rock’n’roll,
#revival perché ripesca suoni, effetti, strumentazione e attitudine tipici di un epoca passata e la ripropone nel 2020. A dire il vero stiamo assistendo ad una vera e propria ondata di revival e Mr. Bricks & the Rubble la stanno cavalcando.
#jazzy perché il 50% dei componenti della band sono dei jazzisti che si stanno prestando al linguaggio del rock’n’roll. Questa cosa in realtà era molto frequente proprio nel periodo ’50-’60 perché gli studi delle grandi case discografiche avevano dei musicisti resident ( per lo più jazzisti) in grado di leggere la musica ed accompagnare il musicista prodotto durante la sessione di registrazione.
#garage perché l’ultimo brano del disco ci ha dato l’ispirazione per arrangiare qualcosa di più aggressivo e fuzzy. E quando dico fuzzy dico Sonics!
#indie perché quando dico aggressivo dico anche Arctic Monkeys, Black Keys, JD McPherson. Ed è proprio il sound a cui stiamo puntando e con l’aggiunta del sax sarà molto interessante scoprire cose esce fuori.
#rock’n’roll è una parola che origina dalle danze senegalesi fatte dagli schiavi a new Orleans durante i concerti caratterizzati da percussioni battenti e musica modale.
I bianchi l’hanno imitato e classificato, e noi cerchiamo col duvuto rispetto per le origini e le epoche che ha attraversato questo stile, di riproporlo a modo nostro
Assolutamente, e in questa fase che stiamo tutti attraversando sta diventando uno strumento per permetterci di lavorare, produrre, arrangiare ed esibirsi mettendo il nostro lavoro anche a disposizione di un mercato globale. Il tutto però deve essere inserito in una progettualità ben definita, in modo da organizzare qualcosa che davvero riesca suscitare l’interesse di promoters e pubblico, altrimenti rischia di essere un piccolo pesce che vaga senza bussola nel mare del web.
La musica come linguaggio per ogni lingua. Il vostro sound è molto legato anche alla vostra terra: in che modo può entrare in contatto pur con le proprie specifiche con quello di altre genti e altre lingue
Pur non facendo una musica tipicamente locale, ma che anzi si rifà alle sonorità britanniche o americane, ci è capitato proprio in Inghilterra di ricevere dei complimenti per aver fatto trasparire le ritmiche e le cadenze mediterranee.
Ma al di là di questa esperienza, possiamo sicuramente affermare che la musica ha il potere di far saltare, emozionare, o dare la carica, anche se non capiamo neanche una parola di ciò che ascoltiamo. E’ un composto molto complesso, perfettamente equilibrato. Come una medicina della quale non conosciamo la composizione, ma la prendiamo perché ci fa stare meglio. Beh ad essere sinceri è molto più salutare perché raramente ha effetti collaterali.
Margot Frank