Musica

Viaggio: ingrediente della formazione di un uomo

In questi giorni in cui viaggiare non è possibile, per la verità nemmeno uscire di casa, è sicuramente prezioso spunto di riflessione un album che ha l’emblematico nome de Il Viaggio, un’ampia suite per pianoforte che porta la firma di Francesco Di Giovanni, autore poliedrico che in questo album, uscito di recente per Musitalia, si avvale del pianino raffinato di Gabriella De Nardo.

Una delle forme più fortunate di letteratura è sicuramente quella del romanzo di formazione: un racconto in cui al centro vi è la crescita del protagonista, in quello che spesso è un viaggio soprattutto metaforico, dalla fanciullezza all’età adulta, se non oltre. Il più atipico e stravagante è sicuramente Il Barone Rampante di Italo Calvino, in cui il giovane Cosimo Piovasco, barone di Rondò, decide di vivere il resto della sua vita esclusivamente sugli alberi, allontanandosi dalle radici terrene per non scendere più a terra. Il ritorno di Francesco di Giovanni alla musica classica, sua storica formazione, rappresenta invece la scelta opposta, quella di tornare indietro, di riavvicinarsi, di tornare a poggiare i propri piedi in un suolo fin troppo conosciuto, con nostalgia ma anche con una nuova e diversa maturità.

Maturità con cui l’autore ha affrontato la scrittura di Il Viaggio, personale omaggio alla musica classica che lo ha cullato e cresciuto, mettendo in secondo piano i panni di musicista e scegliendo per sé il ruolo di compositore. Il ruolo di protagonista passa così al pianoforte, affidato a Gabriella Di Nardo, per Francesco compagna nell’arte e nella vita.

Dal titolo iconico, l’album contiene sette brani, divisi in un totale di 24 tracce, in un susseguirsi di varianti e varietà, puntando a una vera e propria riscoperta del genere, in un percorso che, prima dell’ascoltatore, è dello stesso Francesco. Da una selva oscura narrata dall’Utopia del primo brano si finisce per chiudere il cerchio con Mari Lontani, una esecuzione su pianoforte a quattro mani, simbolo dell’unione di due spiriti non più solitari. Il viaggio diventa così una raccolta scritta non solo per omaggiare quella musica classica che per Francesco è madre, ma anche per dedicare una forte testimonianza alle emozioni che hanno unito, prima in musica e poi nell’anima, l’autore e la musicista. Un susseguirsi di note in cui perdersi, ritrovarsi e perdersi ancora, là dove il cor ratto s’apprende.

Barbara Bianchi

 

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