Musica

Tenerezza, memoria, profondità delle ferite&feritoie di Capodacqua

Tenerezza, memoria, profondità. Sono un po’ queste le parole che si affacciano sulle labbra ascoltando un gioiello come ferite&feritoie recentissima fatica discografica di Paolo Capodacqua, una vita spesa attorno alla canzone d’autore, storica chitarra di un poeta infinito come Claudio Lolli. ferite&feritoie: uno squarcio per ascoltare i grandi temi della nostra storia e delle nostre anime, un affondo nella poesia e nella memoria di tante pagine della grande canzone d’autore. Un ricordo per nulla mascherato di autori come Faber.

Dopo trent’anni di tanta musica e di molte collaborazioni, Paolo Capodacqua torna a firmare un lavoro tutto suo e lo fa con delicatezza, respiro. Commuove, rapisce, narra al cuore. Narra per esempio la storia di Julia Cortes, la maestrina che per ultima ebbe modo di conoscere il Che ad un passo dalla sua fucilazione (Gli occhi neri di Julia Cortes). Della bimba ebrea vittima dell’atrocità dei campi di concentramento quanto dell’omertà dei tanti che hanno voltato lo sguardo (I nidi degli uccelli). Del migrante “che ha gli occhi neri come il dolore”(L’uomo senza nome).

Numerose le collaborazioni che arricchiscono questo album. Le più intense quelle di una delicatissima Kay Mc Karthy (Rosafiore), dell’inconfondibile Pippo Pollina nel bell’omaggio a Peppino Impastato (Per questo mi chiamo Giovanni). Di Michele Gazich. E poi: Roberto Piumini, in voce e testo, Nicola Alesini, Roberto Soldati, Giacomo Lelli, fino all’attrice Naira Gonzalez.

A chiudere quest’album, da ascoltare tutto d’un fiato, una personalissima rilettura del gucciniano L’albero ed io a fianco, non poteva che essere così, di Juan Carlos “Flaco”  Biondini alla chitarra acustica.

Raffinatissima la copertina che riporta i disegni e l’arte di Enzo De Giorgi.

Fa piacere ritrovare in copertina il marchio di un’etichetta storica italiana, Storiedinote, naturalizzata da tempo francese ma che canta ancora con vibrante forza la passione della musica di questo confuso Paese.

Barbara Bianchi

 

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