Alessandro Hellmann, con il garbo di sempre e con il desiderio di esplorare ambiti per lui non troppo abituali, ha da poco pubblicato il suo nuovo album intitolato Come prati in primavera. Sono dieci tracce per la scrittura delle quali Hellmann si è avvalso anche della collaborazione di alcuni altri autori quali Fabrizio Gatti, Rosario Di Bella e Michelangelo Brandimarte, tutti coinvolti nella stesura musicale, perché i testi sono invece sempre di Hellmann che non rinuncia (e fa bene) alla sua vena poetica . Ne è scaturito un progetto che se fosse una pellicola cinematografica sarebbe definita “per famiglie” perché il cantautore, romano di adozione, piemontese di origini, ha tratteggiato tanti diversi “quadretti” in ogni canzone riuscendo a toccare le corde dell’emotività più adulta, ma nel contempo dimostrando di sapere disegnare con tratti coloratissimi anche il non sempre facile, ma fantasiosissimo, mondo dei bambini (Uno Due Tre). Ad accompagnare il cantascrittore in questo percorso, un manipolo di musicisti di ottima levatura che hanno impreziosito il cd con alcuni interventi strumentali, a testimonianza di un progetto pensato e ripensato, con un’attenzione particolare ad una introspezione mai nascosta e per questo ancor più sincera. Un album che ci aiuta a conoscere un Hellmann a tratti diverso, un po’ più sbarazzino e non sempre puramente cantautorale, pur se non ci priva mai dell’essenza della sua dimensione artistica che ritroviamo ben definita soprattutto in Canzone a bassa velocità e in Dopo il temporale che Alessandro ha voluto dedicare al padre che non c’è più.
Maurizia Vaglio