Cinema

Arriva nelle sale A.N.I.M.A., claustrofobico racconto di Ammendola e Montesanti

Si può ancora parlare di politica al cinema? Secondo Pino Ammendola e Rosario Montesanti la risposta è sì, e decidono di farlo con A.N.I.M.A., drammatica commedia con un unico, grande obiettivo: puntare il dito sulle colpe della nostra classe politica, la più grande delle quali costituita dall’ignavia, mantra di un modo di concepire la vita pubblica in grado di danneggiare irrimediabilmente il tessuto del Belpaese.

Protagonista della vicenda è Anio Mòdor (interpretato dallo stesso Ammendola), deputato con una carriera più che decennale, posto di fronte alle sue più gravi mancanze in una inedita rappresentazione dell’Inferno. A seguito di un malore Anio è infatti in coma, e si risveglierà all’interno di un angusto aereo, in compagnia di due loschi figuri, interpretati da Adolfo Margiotta e Massimo Olcese. Senza alcuna possibilità di fuga, ad Anio verranno mostrate le sue colpe, e le sue terribili, quanto sconosciute conseguenze. Proprio in ciò vi è la particolarità della scelta dei due registi: con Anio non esplorano la corruzione o il malaffare, quanto piuttosto la “normalità” ormai acquisita della vita politica. Le colpe di Anio sono composte da piccoli gesti, in un costante assuefarsi del personaggio a queste “regole non scritte”, senza pensare al devastante effetto farfalla a cui queste azioni potrebbero dar vita.

Lo spettatore vive così insieme a Mòdor un inconsueto A Christmas Carol, in cui passato e presente si alternano, sostituendo alla critica di Dickens, mirata all’avarizia e la cupidigia, quella di Montesanti e Ammendola verso l’ignavia e l’indifferenza nel mondo della politica. Senza però eccedere nei cliché, evitando il lieto fine ad ogni costo, e giocando proprio su una voluta interpretabilità di un finale che finale non è.

Ad amplificare il tutto diverse scelte tecniche molto interessanti. In primis spicca l’utilizzo del bianco e nero nelle scene ambientate a bordo dell’aereo, richiamandosi così a una estetica molto vicina a quella di Mel Brooks, diventata celebre grazie all’ormai iconico Frankenstein Jr. Chiaramente il bianco e nero non è una prerogativa del cineasta statunitense, ma la commistione di più generi, in un esplosivo mix di dramma e commedia, finisce così per rendere efficaci scelte tecniche simili. L’assenza di colore è un ottimo sostegno nel trasmettere una forte sensazione di claustrofobia, di angoscia, in una situazione che per Anio non prevede via di fuga. Anche le inquadrature statiche sostengono tale costruzione narrativa, con la volontà di lasciare lo spettatore senza respiro.

Dulcis in fundo, un utilizzo della colonna sonora decisamente coinvolgente, grazie al lavoro dello staff del comparto musicale, composto, oltre che dalla celebre PFM, da nomi in grado di spiccare, come Alberto Pizzo, autore delle musiche originali, e Renato Marengo (Music Supervisor)La soundtrack non è schiava del racconto, ma ne è parte integrante, anche e soprattutto grazie alla traccia principale, Impressioni di Settembre, proprio della PFM. Il brano non è solamente parte del racconto stesso, ma sembra quasi che sia il racconto a richiedere un espediente narrativo per presentarlo allo spettatore, costruendo uno dei momenti più patemici della spirale discendente di Anio Mòdor.

A.N.I.M.A. arriva nelle sale italiane il 9 Aprile.

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