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ECUADOR: MUSICA E COLORI, ECCO I SUOI SEGRETI

Dalle acutissime cime delle Ande scendono dei canti melodici, accompagnati da strumenti che rappresentano culture secolari.
Tutte le strade portano a Roma e quindi loro, con abiti arcobalenici, si riuniscono all’Isola del Cinema: sono gli artisti ecuadoriani invitati il 10 agosto alla festa nazionale che ricorda la dichiarazione d’indipendenza avvenuta nel 1809.
L’evento, organizzato assieme al Consolato, ha riempito l’Isola Tiberina nel cuore della capitale ed ha riunito una comunità più che integrata che ha urlato con orgoglio le proprie radici.
Le musiche non potevano essere più emblematiche: dagli Alpa Sumac con i vestiti tipici a ritmo di Sanjuanito, ai flauti della città di Otavalo suonati dagli Inti Cáceres, alle danze della Difusión Cultural Jumandy con i pasillos dalle radici indigene che hanno scaldato i cuori della collettività “tricolor”. Sul palco e tra il pubblico sono state distribuite centinaia di rose con i colori della bandiera: gialle, blu e rosse.
L’Ecuador è un miscuglio di civiltà: dal Pacifico all’Amazzonia, passando per il parallelo zero, ancora oggi sono presenti oltre un milione di appartenenti ai 45 gruppi etnici indigeni che proteggono un bagaglio culturale impressionante. Assieme a loro, i discendenti dei gruppi africani e spagnoli hanno dato vita a delle combinazioni affascinanti e folcloristiche all’interno della stessa terra: cibi, lingue, strumenti che si incrociano in questo paese a cavallo tra il nord ed il sud del mondo.
Il risultato è stato una festa di colori e di allegria, che ha fatto saltare e ballare dal Console agli addetti ai lavori.
Ed allora è proprio il caso di gridare: Con amor hoy yo quiero cantar, si señor, a mi lindo Ecuador!”

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