Due storie che si incrociano, personaggi che si sfiorano senza toccarsi in un intreccio che riserva anche qualche sorpresa. Questa la struttura narrativa di Una nobile causa il film, firmato da Emilio Briguglio, che mette dietro a macchina da presa un cast di tutto rispetto per raccontare il dramma della ludopatia, di quella malsana ossessione per il gioco che travolge le vite di molte famiglie. E lo fa con il piglio della commedia. Giorgio Careccia, Rossella Infanti, Antonio Catania, Roberto Citran, Francesca Reggiani, Guglielmo Pinelli, Giulia Greco, Simona Marchini, Massimo Bonetti, Nadia Rinaldi, Massimo Foschi, Carla Stella, Eleonora Fuser, Vasco Mirandola, Nina Senicar: un cast, insomma, di tutto rispetto ma, soprattutto, convinto e convincente. Perché se questo film non ha certo il tratto dell’innovazione, se pure non traccia una pagina mai scritta della storia del cinema, tuttavia vanta il coraggio di chi ci prova e ci prova con gusto ed intelligenza: scrivendo una storia e scrivendola bene; raccontandola in modo da saper coinvolgere il proprio pubblico che sorride, qualche volte ride, entra comunque in empatia con i personaggi. Nessuno strappo profondo, nessun drammone di quelli che sanno dipingere a tinte forti i melodrammi della vita. Ma una punta di amarezza, quella sì: perché alla fine l’amore, quello che dicono che vince sempre, fa cilecca e l’eroina, quella che sogna come molte di noi di salvare il suo lui, perde disastrosamente. Sono tutte, o quasi, brave persone le protagoniste di questo film: tanto brave quanto imperfette. E in questo il film riesce benissimo: a mostrare l’imperfezione dei suoi protagonisti con il sorriso. E non perché stiamo parlando di una commedia, ma perché proprio quello lì, imperfetto e poco brillante, spesso è l’essere umano.
A raccordo di entrambi la saggia figura del Dottor Aloisi, psicologo specializzato nella cura del gioco di azzardo a cui Gloria e la sua famiglia si affidano per un percorso di terapia.
In un escalation di colpi di scena, un fattore mette in comune tutti i protagonisti della vicenda e diventa fondamentale strumento di comicità: l’intelligenza perversa ed acuta, la furbizia di chi, in nome di un’ossessione quale quella del gioco, si condanna alla piccola e alla grande truffa per poter alimentare la propria malattia.