Esiste una kermesse lunga tre mesi che da tempo offre al suo pubblico uno sguardo prezioso sulle cinematografie e sulle culture del mondo: si tratta de L’Isola Tiberina che ha una specifica sezione, Isola Mondo, che propone un assaggio delle più interessanti produzioni del cinema internazionale, per lo più in collaborazione con gli Istituti di Cultura dei paesi coinvolti. Una fra le serate più articolate è stata quella dedicata alla Colombia. Articolata perché la proposta artistica che il pubblico romano e non solo ha potuto “degustare” il 22 luglio scorso, andava dal cinema alla musica, alla documentaristica, al turismo. Insomma, un vero e proprio tuffo in un paese dai molti colori purtroppo ancora poco conosciuto in quel dell’Europa, malgrado la folta presenza di immigrati colombiani nel nostro paese.
La serata quindi ha preso l’avvio niente po’ po’ di meno che con un concerto lirico per celebrare i duecentocinque anni di indipendenza del Paese. Il titolo, “Los Caminos del Amor” è ispirato alle parole di Francis Poulenc che consiglia di cercare sempre, fino a trovare i cammini perduti e dimenticati che sono i sentieri dell’amore.
Molto intrigante e, a tratti, ricco di commozione, il film El Viaje del Acordeón di Andrew Tucker e Rey Sagbini (COL/GER 2014 – 79′) che è stato presentato in in versione originale con sottotitoli: un docufilm che, nel raccontare la vicenda di un gruppo di suonatori di fisarmonica colombiani, racconta anche di un incontro fra le Americhe del Sud e la vecchia Europa. In 16 anni il gruppo di Manuel Vega ha cercato di vincere il concorso più importante di musica vallenata: il Festival della Leggenda Vallenata in Valledupar. Anno dopo anno Manuel è riuscito a classificarsi tra i primi posti, ma mai primo, mai come re della musica vallenata. Un giorno riceve un invito dall’orchestra filarmonica Hohner nella città di Trossingen, Germania, dove insieme al suo gruppo è stato invitato come rappresentante del vallenato, riunendo le origini ed i suoni di questo strumento, i sogni e le trasformazioni, in un omaggio alla vocazione, musica e allegria. Tucker e Sagbini, in questo documentario raccontano l’epico viaggio che il gruppo ha intrapreso dalla Colombia fino alla lontana e apparentemente irragiungibile Germania.
La serata si è conclusa con la proiezione di Los Hongos di Oscar Ruíz Navia (COL/FR/ AR 2014 – 103′),con Jovan Alexis Marquinez, Calvin Buenaventura, Atala Estrada e Gustavo Ruiz Montoya. E’ un film in cui si esplora il mondo dell’arte urbana attraverso quello dei graffiti, con la storia di due giovani grafiteros di Cali: Ras e Calvin, uno operaio di costruzioni, l’altro studente di belle arti. Quando Ras viene licenziato per aver rubato alcune latte di vernice, non volendo tornare a casa, vagabonda per le strade in cerca di Calvin, che sta vivendo un momento difficile per via del divorzio dei genitori e la malattia della nonna. I due si muovono per la città senza meta, con una libertà che,come i funghi, contamina tutto ciò che incontrano.
Insomma un mondo ricco di spunti artistici quello colombiano: in cui le arti figurative si incontrano con il cinema che fa parlare di sé la musica. Una Colombia dalle variopinte sfaccettature, inedita che, a questo punto, viene voglia di conoscere meglio.