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REGGIO FILM FESTIVAL: INTERVISTA AD ALESSANDRO SCILLITANI

Regista, produttore, ma anche direttore artistico del Reggio Film Festival, il festival internazionale dedicato al mondo del cortometraggio, quest’anno dedicato all’intrigante tema del Falso. E’ Alessandro Scillitani che abbiamo voluto intervistare e che ci ha offerto uno sguardo molto interessante sul presente e sul futuro dell’audiovisuale.

Hai una lunga esperienza sul campo come regista di film e documentari, ma hai anche l’opportunità di un gettare uno sguardo sulla produzione internazionale, in particolare dei cortometraggi. Che cosa ti sembra stia succedendo a livello mondiale nel mondo dell’audiovisuale?
Penso che le nuove tecnologie siano in grado di aprire tante opportunità. Chiunque, con poca spesa, può raccogliere belle immagini. Fermo restando il valore delle professionalità, è sempre vera però una cosa che non cambia mai: quello che conta sono le idee. La cosa senza dubbio bella è che ci sono più opportunità oggi per realizzare la propria opera.

Che tipo di impatto sta avendo Youtube sul cinema e sul mondo della cultura per immagini?
Certo youtube e i social network stanno abituando a una fruizione di audiovisivi di pochi minuti, per cui il linguaggio del cortometraggio è sempre più apprezzato. Inoltre il web abitua anche a vedere realizzazioni di bassa qualità, grezze, realizzate con un cellulare. Il che non è necessariamente un male.

Qual pensi possa essere il futuro della settima arte?
Difficile capirlo, la fruizione del cinema in sala è senza dubbio in difficoltà, va diffondendosi sempre più, soprattutto all’estero, la visione on demand, via internet. Ma spero che questo non porti alla fine del cinema in sala. È vero che, come ho detto prima, non sento che debba essere demonizzata la visione da web o da strumenti alternativi, ma il cinema visto in sala è un’altra cosa. Credo che per mantenere la buona abitudine dell’andare al cinema di debba lavorare sulla qualità, organizzare festival e rassegne, far sentire il valore di una selezione curata di opere fruita nel migliore dei modi.

Un programma molto denso e, al contempo vario, quello del RFF di quest’anno. Ci spiegheresti per sommi capi le ragioni delle tue e delle vostre scelte di programma?
Per quanto riguarda la selezione dei corti, lavoriamo moltissimo per riuscire a scegliere il massimo della qualità e delle idee. Teniamo molto ad offrire al pubblico un ampio sguardo sul meglio delle produzioni che ci arrivano da tutto il mondo. Per quanto riguarda il resto, abbiamo sempre amato le contaminazioni con le altre arti, e per questo non mancano spettacoli di danza, videoarte, djset e incontri.

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