È difficile dire esattamente il momento giusto in cui mi è venuta questa idea. Probabilmente dovrei andare indietro negli anni e risalire fino alla mia infanzia. Quando ero piccolo infatti passavo ore ed ore giocando con il Lego e già li, senza che nessuno mi dicesse niente, invece di seguire le instruzioni di montaggio in dotazione di ogni scatola che i miei mi regalavano, io davo vita alle mie costruzioni, ricombinando i pezzi e creando modelli di città in scala.
E poi come si è evoluta la tua tecnica?
Quali sono i paesaggi futuri che immagina Victor: quale forma prenderanno secondo te i paesaggi delle nostre metropoli?
Mi sembra logico pensare che vivere in città avrà un profilo di utilità che non avrà vivere in campagna. Il bello delle città è l’enorme densità umana che permette il costante interscambio culturale e di informazioni. D’altra parte, vivere in città ci allontana della vita, dalla natura, dagli insetti, dalle avversità climatiche. L’uomo di città ama le comodità, come scendere un attimo al supermercato sotto casa per acquistare un po’ di formaggio invece di comprarsi due mucche e farselo da sé. Per cui, se questa dinamica dovesse prendere piede, vedremmo che nel futuro tutta la gran parte dell’umanità sceglierà di vivere nelle città che saranno sempre più grandi. Perlomeno quelle che hanno un territorio per espandersi, o piú dense e alte per quelle che non lo hanno.
Ci sono altre possibili evoluzioni sostenibili?
Esiste un altro aspetto che potrebbe aprire alla strada opposta e contraria. In fondo, infatti, qualsiasi città è soltanto una macchina per fare soldi e, se il cittadino si dovesse rendere conto di essere un semplice ingranaggio che serve solo a permettere ad altri di produrre reddito sulle proprie stesse spalle, potrebbe maturare un tale livello di frustrazione da arrivare ad abbandonare la città. In tal caso potremmo assistere ad un progressivo spopolarsi delle metropoli a vantaggio delle campagne. In fondo, forse, parlare di futuro è piuttosto inutile, dal momento che ogni futuro ha un altro futuro davanti a sé che potrebbe stravolgere il suo passato.
Margot Frank